Consorzio Intercomunale Tindari Nebrodi (d.Ass.to EE.LL. Reg. Sicilia 20 Marzo 1984) Città Metropolitana di Messina

SAN PIERO PATTI

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L’origine di San Piero è antichissima. Il nome che anticamente i greci diedero alla città è Petra, in riferimento ad una grande roccia di granito rosso presente in quel territorio. A San Piero infatti vissero numerosi coloni greci che fondarono la comunità di Petra e che intrattenevano rapporti commerciali con le altre comunità di Abacena e Tindari. Con l'avvento degli Arabi in Sicilia, la cittadella fu occupata e dominata dai saraceni,  ne è testimonianza l'antico quartiere arabo detto Arabite. Il paese venne in seguito liberato da Ruggero d'Altavilla, e fu proprio durante questo periodo che San Piero conobbe un nuovo periodo di prosperità. In seguito, nel 1353, Federico IV d'Aragona divenne re di Sicilia, l’anno dopo giunse a San Piero con la sua corte e fu accolto con immensa gioia dal popolo della città. Motivo della sua visita era l'intenzione di farsi un'idea della condizione dell'amministrazione cittadina dopo la caduta degli Orioles. Il re dimorò nel castello di San Piero tra gli inni e le acclamazioni del suo popolo e dunque il sovrano affidò in custodia all'amministrazione sampietrina tutti i beni mobili che erano stati possesso dei feudatari Orioles premiando il popolo per la sua fedeltà al re. Di questo avvenimento, ogni anno ad agosto, se ne ha la rappresentazione attraverso  l’organizzazione della ricostruzione della venuta di Federico a San Piero. Durante la manifestazione hanno luogo il corteo storico con costumi d'epoca ed intrattenimenti musicali e gastronomici vari, il tutto all'interno della cornice storico-artistica dei quartieri Castello e Arabite.  Oggi la città di San Piero Patti è oggetto di richiamo di molti turisti  sia per le sue bellezze naturali, ma anche per quelle storiche presenti sul suo territorio.

 

 PRINCIPALI ATTRATTIVE

 

CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA

La Chiesa di Santa Maria all’interno è caratterizzata da un soffitto in legno a cassettoni degli inizi del '600 con al centro un alto rilievo di Maria Santissima Assunta, e fuori, oltre alla facciata cinquecentesca adornata da statue di santi, si nota l'arco romanico che unisce la chiesa al maestoso campanile alto più di trenta metri e arricchito con finestre scolpite in puro stile barocco.  La chiesa conserva un bel sarcofago in marmo sormontato da Gesù Redentore e il simulacro di Maria Santissima dell’Idria, oltre alla statue che impreziosiscono il tempio. Le colonne, le arcate e le finestre sono scolpite nella pietra locale così come il portale della sacrestia, mentre l'altare del Crocifisso è costruito in marmo locale e l'altare di San Biagio presenta numerosissimi bassorilievi, tutti scolpiti in legno.

CONVENTO E CHIOSTRO DEI CARMELITANI CALZANTI

Il Convento fu fondato intorno al 1570 ed ebbe vita fino al 1866, anno in cui furono confiscati i beni della curia ecclesiale. Esso fungeva anche da scuola interdisciplinare e polivalente (oltre ad essere una scuola secondaria regolare per i chierici), e nel 600-700 lo stesso divenne una celebre scuola di pittura, scultura, ebanisteria, filosofia e teologia,  frequentata non solo dai giovani delle zone limitrofe ma anche dell'intera regione. Di fatti fu un polo di attrazione e culla di civiltà' e progresso artistico - culturale. Inoltre, parecchio rinomata era la biblioteca, andata purtroppo distrutta, che custodiva innumerevoli testi, nonché disparati manoscritti di notevole pregio. A testimonianza di un cosi' fulgido passato rimane il chiostro rinascimentale di armoniosa fattura, costituito da sei colonne per ogni sua ala.

CHIESA DEL CARMINE

Nella Chiesa del Carmine, con annesso il Convento dei carmelitani calzanti, si possono ammirare affreschi di splendida fattura tra cui un grandioso dipinto, in stile barocco, al centro del soffitto. La maggior parte delle opere artistiche custodite nella Chiesa, sono state realizzate dagli allievi della scuola del convento ma, purtroppo, molte sono andate distrutte.

CHIESA MADRE

La Chiesa Madre o Duomo trae le sue origini nella seconda metà del Trecento. Fu ripetutamente ristrutturata nel corso dei secoli a causa di terremoti, specie quello del 1783 ed oggi presenta al suo interno rilevanti opere di scultura gaginesca come Maria S.S. dell'Idria e Santa Caterina d'Alessandria e da notare sono anche gli altari della Madonna del Rosario e quello di San Pancrazio. Il coro posto dietro l'altare è scolpito nel legno ed è opera di grande pregevolezza.